Perchè l’addestramento positivo e i premietti (non) funzionionano?

Perchè l’addestramento positivo e i premietti (non) funzionionano?

L’addestramento basato sul rinforzo positivo è una metodologia supportata dalla scienza dell’apprendimento, utilizzata con successo non solo con i cani, ma anche con animali grandi e pericolosi negli zoo. Eppure, molte persone dubitano della sua efficacia, soprattutto quando si trovano di fronte a situazioni in cui il cane sembra ignorare il richiamo o rifiutare il cibo come ricompensa. Ma questo significa che il metodo non funziona? No, significa che dobbiamo capire meglio come applicarlo correttamente.

Un esempio pratico: la tecnica conta!

Immagina di voler usare un trapano per avvitare una vite, ma di non sapere come impostare la velocità o quale punta scegliere. Se la vite non entra bene, penseresti che il trapano non funzioni? No, probabilmente capirai che stai usando lo strumento in modo errato. Lo stesso vale per l’addestramento positivo: non è sufficiente offrire un premio, bisogna sapere quando, come e con quale progressione usarlo.

Il dubbio sull’addestramento positivo

Questo articolo non vuole giudicare chi utilizza altri metodi, ma offrire un punto di vista basato su esperienza e consapevolezza. Anche molti educatori e addestratori che oggi usano il rinforzo positivo hanno inizialmente avuto dubbi, me compresa. Solo con il tempo e lo studio ho capito quanto sia potente, se applicato nel modo corretto.

Quando sembra non funzionare

Facciamo due esempi classici:

Pensiamo a un esercizio di matematica: a casa, con calma, risolviamo un problema facilmente. Ma riusciremmo a farlo con la stessa concentrazione dentro un luna park affollato? Probabilmente no. Per arrivare a quel livello, dobbiamo allenarci gradualmente: prima con una radio accesa, poi con la TV, poi con persone intorno. Allo stesso modo, possiamo aumentare la difficoltà degli esercizi in ambienti controllati, così che, una volta fuori, quelli più facili riescano meglio. Il nostro livello di competenza sarà aumentato, rendendo più gestibili anche le situazioni più complesse.

Un po’ di teoria dell’apprendimento

Il rinforzo positivo funziona per definizione: È stato scientificamente dimostrato che l’aggiunta di uno stimolo abbastanza piacevole subito dopo un comportamento può aumentare la probabilità che quel comportamento si ripeta in futuro. Tuttavia, questo accade solo se la frequenza del comportamento effettivamente aumenta: altrimenti, per definizione, non si tratta di un vero rinforzo positivo. In quel caso, significa che lo stimolo non è stato sufficientemente motivante oppure che è stato somministrato nel momento o la situazione sbagliata. Come riportato in letteratura, “Il rinforzo positivo è definito come la presentazione di uno stimolo contingente a un comportamento che porta a un aumento della frequenza di quel comportamento in futuro. Lo stimolo di rinforzo è più efficace se presentato immediatamente dopo il comportamento”.

Un esempio pratico è la differenza tra l’apprendimento in ambienti diversi:

i miei cani imparano facilmente nuovi esercizi a casa con semplici croccantini, ma all’aperto, in un ambiente ricco di distrazioni, questi non sono più sufficientemente motivanti per insegnare qualcosa di nuovo. Tuttavia, per rispondere a comandi già appresi, i croccantini restano efficaci anche fuori casa. Questo dimostra come un premio possa essere un rinforzo positivo (efficace) in un contesto ma non in un altro: se non aumenta la frequenza di un comportamento, per definizione non è un rinforzo positivo. La sua efficacia dipende dalla difficoltà dell’esercizio, dalle condizioni ambientali e dalla motivazione del cane.

Se funziona con gli animali selvatici, funziona anche con il tuo cane!

Negli zoo, gli animali vengono addestrati con rinforzo positivo per collaborare in procedure mediche senza coercizione. Se un orso polare può imparare a presentare la zampa per un esame del sangue senza bisogno di costrizione, allora anche un cane può imparare a tornare quando lo chiami senza punizioni!

Errori comuni che fanno sembrare che non funzioni

1. Andare troppo veloce → Se aumentiamo la difficoltà troppo rapidamente, il cane non riesce a elaborare e a generalizzare il comportamento. È come passare da un esercizio di matematica base a uno complesso senza passaggi intermedi: se prima non impariamo a fare bene le addizioni, non possiamo risolvere le equazioni. Anche l’apprendimento del cane ha bisogno di uno sviluppo graduale.

2. Non conoscere il linguaggio del cane → Se il cane si sente a disagio, non imparerà. Dobbiamo saper leggere i segnali di stress e lavorare nella sua zona di comfort.

3. Ricompensa sbagliata → Un cane molto sazio, schizinoso o obeso non lavorerà per il cibo. Bisogna trovare il rinforzo più adatto al singolo cane. Tuttavia, non è nemmeno giusto lasciare il cane affamato: un animale troppo affamato può fare fatica a concentrarsi, risultando nervoso o frustrato. Uno stato di bisogno eccessivo non favorisce l’apprendimento, ma può peggiorarlo. L’equilibrio è fondamentale: serve un cane ricettivo, non affamato né troppo sazio.

4. Tempistica errata → La ricompensa deve arrivare immediatamente dopo il comportamento desiderato. Se paghiamo una persona subito dopo che ha completato un esercizio di matematica, capisce per cosa è stata premiata. Se la paghiamo solo alla fine della giornata, il legame sarà meno chiaro.

Se qualcosa non funziona?

Dobbiamo aggiustare il piano d’apprendimento
L’errore non è del cane, ma nostro: dobbiamo adattare il percorso in base alle sue reazioni. Un rifiuto non è disobbedienza, è un’informazione che ci dice che dobbiamo cambiare approccio.

I premietti sono una corruzione?

Alcuni pensano che i cani dovrebbero ascoltare senza premi, ma c’è una differenza tra corruzione e rinforzo. Se mostriamo il premio prima di chiedere qualcosa, il cane ubbidirà solo se vede il cibo (corruzione). Se invece il cane esegue prima e poi viene premiato, imparerà che il comportamento porta una ricompensa, anche se questa non è sempre visibile.

I tempi dell’addestramento

Molti pensano che il rinforzo positivo richieda più tempo, ma spesso questo accade perché non siamo precisi. La realtà è che, se fatto bene, è veloce ed efficace.

Alla fine, il nostro obiettivo non è avere un cane che si comporta bene o come un robo solo per paura della punizione o solo in nostra presenza, ma uno che sceglie di comportarsi bene. Questo richiede più pazienza, ma crea un legame basato sulla fiducia e non sulla paura. E questo, alla lunga, vale mille volte di più.

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